English version: https://emulsive.org/articles/travelogue/winter-voyage-to-finland-aka-extreme-cold-weather-photography-jacopo-brancati

Sono un etnologo e un fotografo specializzato in questioni marittime. Da molto tempo mi focalizzo sulla comunità dei marittimi in Europa. Italia, Francia, Scandinavia…

Nel 2006 il Museo Marittimo di Finlandia mi incarica della realizzazione di un lungo reportage sulla “Navigazione Invernale” e della vita lavorativa dei piloti marittimi.

L’accesso ai porti finlandesi non è facile, le rotte passano attraverso coste rocciose e una moltitudine incredibile di isole. Durante l’inverno, un inverno normale, la parte settentrionale del Mar Baltico gela: dalla costa estone sino alle rive più settentrionali del Golfo di Botnia, il mare si copre di una spessa banchisa. A causa della banchisa, la navigazione attraverso le vie navigabili è difficoltosa e pericolosa. I piloti sono essenziali per la sicurezza delle navi e del mare, prevenendo disastri marittimi e ecologici. Il servizio di pilotaggio è garantito dalla società pubblica Finnpilot.

L’idea era di seguire questi uomini durante le loro giornate lavorative, giorno e notte. Questa significava che avrei dovuto seguirli a bordo delle navi e vivere nelle stazioni pilotaggio disseminate lungo la lunga costa finlandese.

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

La campagna fotografica doveva partire a 60° Nord e finire a 65° Nord, approssimativamente la stessa latitudine dell’Alaska.

Le fotografie sarebbero entrate a fare parte della collezione del museo marittimo, quindi il conservatore mi chiese di considerare attentamente i requisiti di conservazione per le stampe finali.

Nel 2006 gli europei erano impazziti per le prime fotocamere digitali che stava arrivando, per le stampe digitali, la vita digitale… Ma la longevità delle stampe digitali era (e resta) tutta da provare, sono solo proiezioni matematiche. Numeri. E non esiste nessuna prova tangibile per confermare quei numeri! Mentre la nuova tecnologia andava avanti conquistando il mercato, la fotografia “classica” doveva combattere per non essere spazzata via.

 

 

La scelta della macchina fotografica

La scelta della fotocamera fu abbastanza semplice: sapevo di aver bisogno di un apparecchio affidabile, evitando di chiedermi continuamente “Cosa diavolo sta facendo?”, o ancora peggio, dover essere bloccato da un ipotetico “Electronic Failure”.

Ho cominciato la mia carriera fotografica nel vecchio mondo, quello in cui comandavano Leica, Hasselblad, Nikon, solo per menzionarne alcuni mitici costruttori, ed io ero (e sono) un fotografo “medio formato”, cosi decisi di usare una Nikon F4e e una Mamiya 7II. La F4e mi offriva la robustezza leggendaria Nikon, e una batteria/caricatore molto facile da inserire e togliere. Non avevo che a tenere il caricatore in tasca al caldo e inserirlo prima di entrare in azione.

Con la F4e potevo usare il mio set completo di obiettivi, tutti AF : 20mm f2.8, il mio favorito, 35mm F2, 50mm f1.4, 80mm f1.8. Dall’esperienza acquisita delle altre campagne fotografiche marittime, non avrei avuto bisogno di obiettivi di lunga focale.

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

La scelta di ottiche fisse non è solo basata sull’abitudine, ma sulla necessità di essere al centro dell’azione e “inquadrare prima” l’immagine, non dopo nel visore, per ridimensionare ancora con lo zoom.

Questo richiede di capire e sapere dove posizionarsi rispetto alla luce e al soggetto.

La Mamiya 7II, a telemetro, è uno strumento magnifico per il reportage: è leggera, compatta e silenziosa, con ottiche luminose e molto compatte per la loro classe.

Il set comprendeva due ottiche, un 80mm f4 (standard per il 6×7) e un 43mm f4.5. Non mi dilungherò a fare l’elogio del 43mm, e malgrado un visore esterno e la necessità di avere una profonda conoscenza di come usare un ultra-grand angolo, questa lente è semplicemente perfetta e offre prospettive assolutamente eccitanti.

 

 

Colore o bianco e nero?

Un altro punto importante direttamente collegato con il processo creativo era la scelta del supporto. Fotografia a colori o in bianco e nero?

Arrivato in Finlandia, dopo un corto periodo dove provo diapositive e film negativi a colori e in bianco e nero per studiare la luce e il soggetto, decido come raccontare la mia storia. Questo è stato un punto focale. Volevo che le immagini andassero dirette al cuore di colui che le guarda, e cosa c’è di meglio del bianco e nero per raccontare dell’anima di un paese, dei suoi uomini e per idealizzare il paesaggio?

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

Nel cuore dell’inverno, lassù nel Grande Nord, la luce è bassa, il cielo è carico di una spessa coltre di nuvole, nebbia e neve; i giorni di cielo limpido sono rari.

Sapevo anche che per l’esposizione al museo avrei avuto bisogno di fotografie in diversi formati, lavorare con il medio formato mi avrebbe permesso di realizzare delle stampe di grandi dimensioni.

La scelta dei film fu abbastanza semplice. Per il piccolo formato (135mm) ho sempre amato la Kodak TriX 400, un film classico, versatile, ricco di toni, che non sbaglia mai. Per il medio formato (120mm) ho usato anche il Kodak TMax 400 a causa della particolare struttura della sua grana, che lo rende perfetto per realizzare grandi formati di stampa. In caso avessi incontrato dei giorni molto luminosi, avevo portato anche diversi rulli di Kodak Plus-X 125. In tutto un centinaio di film…

 

 

In azione

Il lavoro del pilota marittimo è difficile e pericoloso. Deve saltare dalla pilotina sulla scala di corda che penzola dalla murata della nave e deve raggiungere il ponte di comando molto rapidamente; per di più, in Finlandia le temperature sono piuttosto severe, in febbraio, nella costa sud, possono stazionare intorno -17°Celsius, salire un pochino o cadere a -24°, al nord possono scendere facilmente a -30° o -40°.

Con questa situazione avevo diversi problemi da risolvere. Primo: “Una mano sulla fotocamera, l’altra per tenersi”, o come dire “prima la sicurezza personale, poi il lavoro”

Giusto? Beh, saltare su e giù da una nave di notte e con mare agitato è un gioco pericoloso, ed è meglio per tutti non commettere errori. In una squadra di lavoro, se uno ha un problema, tutta la squadra ha un problema!

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

Secondo: “Se la fotocamera si rompe, fine del gioco”. Attendere sulla banchisa o nella neve con temperature di -17° non è solo un mio problema, lo è anche per la macchina fotografica. E una volta a bordo, all’interno, con +25°, cosa potrà accadere? Sono 42° di differenza da incassare nello spazio di pochi minuti!

Le prime missioni filano lisce. La Mamiya 7 è perfetta e sembra non temere il freddo intenso. I suoi obiettivi sono sigillati e l’otturatore centrale di cui sono dotati funziona felicemente. Ormai il 6×7 lo uso principalmente per gli esterni, la versatilità della F4e si rivela essere decisivo per essere al “cuore dell’immagine”, la misura della luce è molto più semplice e precisa che con il mio esposimetro a mano usato per confermare o aggiustare la lettura di quello imbarcato sulla Mamiya7. Inutile dirlo, in condizioni estreme è meglio fare semplice… quando si può.

A -30° o -37° lo stato delle cose cambia, tutto diventa più difficile e lento: gesti come cambiare obiettivo, o maneggiare un treppiede sul quale le mani si incollano non è lo stesso di quando viene fatto in temperature “normali”.

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017
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Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

 

 

Nikon muore, Nikon risorge!

Usare una Nikon F4 nel 2006 sembrava a molti dei miei colleghi una pura pazzia a causa dell’età dell’apparecchio. Costruito all’inizio degli anni 1990, la mia F4 avrebbe avuto più di una dozzina d’anni di duro lavoro al contatore. Durante le prime due missioni, entrambe a 60° latitudine Nord e con temperature sotto i -10°, nessun problema da segnalare. Durante la terza missione, la prima a 65° Nord, decido di prendere alcune fotografie notturne, a colori, sulla banchisa.

Cosi, una notte a -17° piazzo diversi flash nella neve e uno, come master, sulla macchina stessa. L’idea è quella di creare un’immagine in open flash, con la nave che sfila sul ghiaccio. La notte però si rivela umida, una nebbia assai spessa ci avvolge. Qualcosa non funziona.

Forse la combinazione di freddo intenso e molta umidità, l’uso del flash esterno… l’otturatore scatta e si blocca in posizione chiusa. Evidentemente senza darmi alcun avvertimento. È solo a Parigi, nel laboratorio professionale a cui affido i miei film che mi dicono che tutti i film usati sono completamente non esposti. Tutto il lavoro è andato perso.

Tranne l’ultima foto… a colori!

Winter Voyage to Finland - J.BRANCATI ©2017
Winter Voyage to Finland – J.BRANCATI ©2017

Controllo e ricontrollo disperatamente tutti i rulli trasparenti.

Non un’immagine.

Il peggior incubo per un fotografo si è avverato.

Dal laboratorio al riparatore Nikon. Molto flemmaticamente mi risponde che spedirà l’otturatore in Giappone per farlo studiare. Non ho mai saputo più nulla del mio otturatore, ma la F4 ne riceve uno nuovo.

Sono all’inizio dell’estate, un’estate piovosa e umida come se ne vedono poche a Parigi. Per provare il nuovo otturatore lavoro su un progetto personale a cui darò titolo “Restes humains”, un titolo oscuro come lo erano i miei pensieri.

Il nuovo otturatore funziona perfettamente, resiste all’umidità e la F4 è tornata ad essere “The Stone”, il soprannome che le avevo dato visto il suo peso al mio collo.

La quarta missione sarà quella decisiva e anche la più lunga. Due mesi interi in pieno inverno.

L’inverno 2008 comincia male, poca neve, poco ghiaccio, temperature elevate (solo) -10°. Quando in marzo vado a 65° Nord, verso Kemi, le cose cambiano. Là avrò tutta la neve e il freddo che cercavo.

 

 

Conseguenze

Il risultato di una campagna fotografica invernale durata molti mesi su tre anni ha lasciato un segno sull’equipaggiamento: dal lato Nikon, il 20mm è danneggiato ma funziona, il 50mm è stato rotto in una collisione con bordo di una nave, l’otturatore morto è stato rimpiazzato e la F4 è risorta.

Mamiya 7II ha attraversato le prove senza danno alcuno; ha lavorato meno, ok, ma non ha subito avarie. La F4e con il suo caricatore pesante è ormai pronta per andare in pensione. Al suo posto ho scelto la F6, molto più compatta e leggera ma che, tempo dopo, mi farà rimpiangere di non avere un vero blocco batterie.

Le stampe d’arte per il museo, numerate e firmate, sono state realizzate a Parigi da Andrès Romero, dell’Atelier Label Image. L’esposizione ha aperto le porte nell’ottobre 2008.

Tre anni dopo, nel 2011, per affrontare una missione fotografica simile mi sarà chiesto di lavorare in colore ed entrerò nell’era della fotografia digitale ormai adulta, grazie alla Nikon D3s. Ma questa è un’altra storia.

~ Jak

 

 

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4 responses to “Diario di viaggio: Viaggio d’inverno in Finlandia”

  1. @JakBran @KodakProFilmBiz Very interesting and awesome shots! Thanks!

  2. @JakBran @KodakProFilmBiz Amazing images, and a great story too !

  3. @JakBran @KodakProFilmBiz my evening read, bloody phone wont give me English!

 

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